Il Moscato

I “Moscati” costituiscono un gruppo di vitigni particolarmente numeroso, tra i più conosciuti, di cui si hanno già tracce e citazioni in antichi documenti.
La loro terra di origine è, molto probabilmente, la Grecia, già famosa nell’antichità per la produzione di vini dolci e aromatici. I Greci esportarono questo vitigno nelle loro colonie mediterranee, tra cui l’Italia meridionale, la Magna Grecia; da qui si diffuse nel centro Italia etrusco e romano; successivamente, attraverso il porto greco di Marsiglia, il Moscato, e segnatamente il Moscato Bianco, si diffuse ad ovest, verso il sud della Francia e ad est, verso la Liguria ed il Piemonte.
Il Moscato Bianco è senza dubbio la varietà di Moscato più nota e più diffusa non solo in Italia, ma anche nel resto del bacino del Mediterraneo.
Alcuni recenti studi di agrogenetica ipotizzano che il Moscato possa essere stato addirittura il progenitore di tutte le uve, forse il primo vitigno ad essere coltivato. E’ comunque certo che si è determinata nel corso dei secoli una considerevole quantità di incroci e differenziazioni. Hanno così avuto origine nuove linee genetiche, che hanno dato luogo a varietà vere e proprie:
Il moscato bianco, vitigno da cui ha origine il moscato d’Asti, è il più diffuso in Piemonte ed è la quarta uva bianca per superficie vitata in Italia; ha foglia media, pentagonale, trilobata o pentalobata; grappolo medio, cilindrico-piramidale, alato, da compatto a semi-spargolo; l'acino può essere medio o medio-grande, sferoidale o leggermente appiattito, con buccia sottile, di colore giallo-verdastro, tendente al dorato se ben esposto al sole; è ricoperto da uno strato leggero di pruina; la polpa ha il caratteristico sapore dolce e aromatico. Predilige terreni marnoso-calcarei, non eccessivamente argillosi e umidi, clima asciutto e ventilato. Ha produzione buona e costante e tollera bene la siccità estiva. I sistemi di allevamento devono essere non troppo espansi e con potatura ricca. E' molto sensibile all'oidio, alla peronospora, al mal dell'esca e all'escoriosi, teme anche la botrite e il marciume acido, ma tollera abbastanza il freddo. La sua ricchezza di zuccheri nella fase matura favorisce l'attacco di insetti e vespe.
Giunge a maturazione nella seconda metà di agosto, e la vendemmia viene effettuata in un lasso di tempo che va dall’ultima settimana di agosto a metà settembre.